Striscia la notizia, tapiro a Fabrizio Corona per il libro

di Redazione Commenta

Ancora una volta Fabrizio Corona è nel mirino di Striscia la notizia che gli assegna l’ennesimo tapiro d’oro, uno in più che va ad arricchire la collezione. Ancora una volta l’ex fotografo dei vip ha creato una notizia da prima pagina.

È ormai nota la bruttissima vicenda dell’arresto del cappellapo di San Vittore, con l’accusa di violenza sessuale pluriaggravata e concussione nei confronti di alcuni detenuti extracomunitari, tutti fra i 22 e 28 anni. La promessa era di una condizione carceraria migliore.

Si dà il caso che Fabrizio Corona sia stato proprio a San Vittore nel 2007 nell’ambito dell’inchiesta Vallettopoli. All’uscita dal carcere aveva scritto un libro per raccontare le vicende accadute all’interno della casa di reclusione.

Fabrizio Corona non poteva fare a meno di raccontare la sua esperienza, così su sul sito SocialChannel scriveva di essere stato molestato. Se inizialmente i loro rapporti erano buoni, fra loro c’era un bel feeling, racconta, tutto cambia dopo essere stato chiamato dal cappellano per un colloquio:

Capii immediatamente che c’era qualcosa di strano.Tirava un’aria particolare e in quegli attimi fui assalito da una sensazione di forte ansia. Poi Barin, oltre che guardarmi con occhi diversi, poi rivelatisi ammiccanti, cominciò a fare battute ambigue. Provò a toccarmi, promettendomi agevolazioni su questo e quell’altro. Mi incazzai e turbato, andai via.

Diceva di averlo scritto nel libro, per lui corrispondeva a una denuncia, si aspettava che scoppiasse una specie di rivolta ma, sostiene sempre Fabrizio Corona nessuno gli aveva dato retta. Striscia ha ben pensato di andare a rileggere il libro con particolare cura ma, a quanto pare, non c’è nessun cenno sulla vicenda di cui parla nella sua dichiarazione.

Valerio Staffelli va a fare il suo mestiere di ‘tapirologo e racconta a Fabrizio Corona della scoperta. La giustificazione è che lo sapevano tutti a San Vittore e, quanto al libro, l’ipotesi è che sia stato l’editore a censurare la parte delle molestie del cappellano.

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