Claudio Amendola è stanco di Giulio Cesaroni

di Redazione Commenta

Sembra impossibile, ma è così, Giulio Cesaroni sta stretto a Claudio Amendola, è passato il tempo in cui era entusiasta della serie I Cesaroni, quando si organizzavano tour turististi per andare a vedere la ormai celeberrima bottiglieria della Garbatella. La serie televisiva di Canale 5 che ha visto antichi splendori, comincia a diventare pesante.

Non è la prima volta che Claudio Amendola riferisce di questo disagio, aveva accennato qualcosa quando, ospite di Silva Toffanin a Verissimo, parlava di personaggi diventati grandi nella serie, qualche battuta di troppo, alcune incomprensioni. Sembra ormai finito il tempo della spensieratezza, questo è quel che si capisce dall’intervista rilasciata al settimanale Diva e Donna:

Un po’ d’affanno si avverte. Diventa pesante. Ogni serie dura dieci mesi, aumentano gli episodi… ‘L’abbiamo già fatta sei volte ‘sta cosa’, ti ritrovi a pensare.

Non pare esserci dunque un buon rpporto neanche con i colleghi, continua Claudio Amendola, l’atmosfera non è più serena, le persone cambiano, i rapporti si deteriorano. Ci sarà una sesta serie de I Cesaroni e ci sarà anche lui, naturalmente, non può e non vuole lasciare la serie televisiva, anche se è più pesante:

Sono debitore a I Cesaroni. Mi hanno dato la serenità economica e il successo popolare. Non posso permettermi di rinunciare a un contratto come questo. Poi, senza I Cesaroni, tanta gente va a casa. Penso alle maestranze, alle loro famiglie.

Nella scorsa stagione de I Cesaroni, Elena Sofia Ricci aveva deciso di abbandonare la serie per dedicarsi ad altro e per la necessità di uscire dal personaggio Lucia. Facile sostituirla, per Claudio Amendola non è così, dovesse decidere di andarsene, sarebbe la fine, di questo è consapevole. Modestamente l’attore ammette che non sarebbe la sua persona a rendere impossibile la continuazione, ma il personaggio di Giulio Cesaroni, fulcro della serie.

Solo qualche punto di contatto fra Giulio Cesaroni e Claudio Amendola:

Con Giulio ho in comune le qualità leali, schiette, rustiche della romanità. Per il resto, lui è l’opposto di me. Non si sente all’altezza, come uomo e come marito. Ed è molto più buono di me. lo sono più incattivito, più freddamente cinico. Si vive meglio.

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